Monococco e purezza della razza

"Mescolate contadini mescolate", Salvatore Ceccarelli

Perchè coltiviamo grano monococco? Perché ce lo ha consigliato il medico. 
Siamo convinti che una buona alimentazione sia fondamentale per mantenerci in salute e che dovremmo nutrirci di cibi semplici e poco manipolati. 
Il monococco è tra questi, poiché presenta ancora il suo corredo genetico originale.

In botanica il monococco é classificato con il nome di Triticum monococcumTriticum è il frumento; monococcum é composto dal greco: mònos, singolo, e kòkkos, chicco, perché le spighette, che compongono la spiga partendo dal rachide (l’asse centrale della spiga), contengono ciascuna una sola cariosside, a differenza di altre specie di Triticum che ne contengono due o più. 

spelta, dicocco e monococco: tre frumenti davvero diversi tra loro
Il monococco é stato tra le prime varietà di grano selezionate da piante selvatiche, circa 10mila anni fa, nelle terre della Mezzaluna Fertile.
L’uomo notò che invece di cadere a terra, come succede a molti cereali selvatici, i chicchi del monococco giunti a maturazione rimanevano sulla spiga, consentendo una raccolta più comoda, veloce e abbondante. Cominciò così la storia dell'uomo agricoltore, anche perché questo grano si rivelò facilmente adattabile a diverse condizioni climatiche e ambientali, diffondendosi gradualmente nell’area mediterranea ed europea. 

Il monococco tuttora mantiene i caratteri dei cereali selvatici: si adatta a suoli poveri e aridi, è molto rustico, ha un’elevata resistenza naturale alle malattie, non richiede particolari concimazioni. Come tutti i cereali selvatici ha un solo "problema": una bassa resa produttiva. Spighe rade, di piccola taglia, con semi minuti.
Per questa controindicazione, col passare dei millenni e la graduale crescita della popolazione, vennero selezionati frumenti, come il grano spelta, che garantivano raccolti molto più abbondanti. Già in epoca romana lo spelta era il grano maggiormente diffuso nell'area mediterranea, mentre il monococco era ormai coltivato solo in zone montane e marginali. Per la stessa controindicazione in tempi moderni l’agricoltura industriale ha completamente abbandonato il monococco, a favore di varietà più produttive e ricche di glutine, ma molto impoverite dal punto di vista nutritivo e addirittura dannose, il cui consumo continuo provoca l'insorgere di intolleranze alimentari e di altre gravi patologie oggi ampiamente diffuse.

monococco di Montegiusto

Avendo conservato intatto l’originale corredo genetico, il monococco è invece un cereale molto nutriente e facilmente digeribile.

Ha un contenuto proteico maggiore di altri grani e l’alta qualità delle sue proteine contribuisce a evitare l’insorgere di intolleranze al glutine. L’amido del monococco concorre a mantenere normali i livelli di zuccheri e di insulina nel sangue, procura un senso di sazietà più prolungato e nel complesso è meno ricco di zuccheri. Inoltre, rispetto agli altri frumenti, il monococco ha un contenuto molto superiore di riboflavina (vitamina B2), caroteni e fosforo. Viene consigliato per la prevenzione di patologie sempre più diffuse come cancro, diabete e malattie infiammatorie croniche.


Queste buone qualità del monococco hanno di recente risvegliato l’interesse di grosse imprese agro-alimentari, che operano anche nel settore del biologico. Tramite selezioni, ibridazioni forzate e manipolazioni del DNA si cerca oggi di aumentare la produttività del monococco e facilitare la sua lavorazione, a scapito però delle qualità nutrizionali delle farine che si ottengono, che risultano molto impoverite. 

Si è addirittura arrivati a brevettare miscele di varietà di monococco, che vengono commercializzate con marchi protetti. Anche il monococco è caduto nella spirale degli appetiti di chi, cavalcando le mode, punta solo al profitto! 

Noi siamo contrari a questo modo di fare agricoltura e diffidiamo dei marchi registrati e delle "varietà in purezza". Questa "purezza" non esiste in natura! 

Mescolate contadini mescolate é il titolo di un bel libro di Salvatore Ceccarelli che esprime con pienezza quella che è anche la nostra filosofia. 

Salvaguardiamo la biodiversità e la libera diffusione dei semi!

monococco di Montegiusto